La storia di signora Colpa e di signora Responsabilità



Mi capita spesso, durante il mio lavoro, di chiedermi quali siano i concetti che mi stanno più a cuore e che ritengo che sia fondamentale divulgare. Uno di questi, mi rispondo, riguarda sicuramente il CONCETTO DI RESPONSABILITA’.


Perché? Perché la nostra cara amica Signora Responsabilità è oggi in grave pericolo, sovrastata, nascosta e sminuita com’è dall’altra protagonista delle nostre vite, purtroppo a volte ben più potente: Signora Colpa.


Sai benissimo senza che ci sia io a dirtelo che la nostra è una società abituata a giudicare, a disperarci nel tentativo di trovare spiegazioni razionali ad ogni cosa, e quindi ad incolpare.



“CHI E’ IL RESPONSABILE?” Tuona la vecchietta nell’ufficio reclami del supermercato dopo essersi accorta che le hanno venduto due banane più mature del dovuto. “DI CHI E’ LA COLPA?” Urla esasperata.


Fin qui la scenetta è tragicomica, e si potrebbe sorridere e passare oltre.
Ma quando ti tormenti davanti allo specchio alla ricerca del colpevole di quel guaio familiare, di quella litigata con tuo figlio, di quel malinteso con i colleghi… quando davanti ai problemi quotidiani non riesci a far altro che pensare che se non ci fossi tu, ad occupartene, tutto crollerebbe e sarebbe colpa tua, perché sei TU il responsabile… beh, ora non è più tragicomico, vero?


Già, ora è fonte di dolore e sofferenza. La causa maggiore – a mio parere – di stress e nervosismo nel nostro mondo esasperato.


Vedi, sia che tu voglia esserne cosciente oppure no, è chiaro che il pensiero cattolico ha invitato Signora Colpa ad insediarsi nella tua mente (e in quella di tutti noi). Signora Colpa, poi, ha deciso di incoronarsi padrona e prendere le redini della Responsabilità, schiavizzandola e rendendola una sua servetta. In realtà, Signora Responsabilità è molto diversa dalla Signora Colpa, e al contrario di quest’ultima, è tua amica.
La COLPA, infatti, agisce facendoti credere che la tua responsabilità non riguardi te stesso, ma tutto il peso della tua realtà: famiglia, lavoro, amicizie, salute… Tutto TU, sei responsabile di tutto quanto TU, e se qualcosa andrà storto sarà colpa TUA.


Liberandoti dell’egemonia della Colpa, che a nulla serve e anzi ti fa solo soffrire, ecco che la RESPONSABILITA’ torna a respirare e ad esserti d’aiuto per rendere la tua vita ciò che vuoi.


Sì, perché la Responsabilità è la fonte di quella forza straordinaria che ti permette di prendere le scelte che riguardano la TUA vita con coscienza e attenzione. E non perché tutti gli altri aspettano il tuo aiuto o attendono con ansia che tu riesca a salvare il mondo, ma perché RESPONSABILMENTE conosci te stesso, e RESPONSABILMENTE ti prendi per mano e impari a percorrere la tua strada.


Questo, però, fa molta più paura.

Già, perché credi che, altrimenti, Signora colpa sia riuscita così facilmente ad insediarsi dentro di te spodestando il potere della Responsabilità? Per nessun altro motivo se non per il fatto che accanto a lei c’era un’alleata potentissima: la PAURA.


La paura, quando diventa patologica ed eccessiva, nonché fonte di ansia e panico, porta a farci vedere pericoli inesistenti ed esagerati sul nostro cammino, portandoci a ritenere più sicuro restare a casa, a TENERE SOTTO CONTROLLO tutto quanto, pur di non rischiare di imboccare quella strada. La TUA strada.


Anche se, imboccarla, è davvero la tua unica responsabilità.


Assumerti la responsabilità della tua vita è davvero l’unico modo per cambiare te stesso e cambiare la tua vita. Vecchi rancori, dipendenze affettive, rabbie e ansie saranno solo un ricordo nel momento in cui decidi di prenderti la responsabilità della tua vita, perché sarai appagato dalla tua libertà, la quale può dipendere solo da te.


E sebbene sia difficile per molti accettarlo, fare la propria parte nel mondo, in primis, significa raggiungere se stessi.

Perché non iniziare da ora?

Un abbraccio

Simona


Quattro film per te e per la tua crescita personale

Oggi vorrei parlarti di quattro film che mi hanno davvero arricchito ed insegnato qualcosa.

Non so tu, ma io sono una cinefila incallita e abitando in campagna, dove gli inverni sono molto lunghi, amo godermi la casa, magari con una tisana, un buon libro o un bel film da vedere.

Il primo film di cui ti voglio parlare è INTO THE WILD  diretto da Sean Penn (che io adoro): è un film meraviglioso tratto da una storia vera, e ispirato al libro da cui è tratto. Il protagonista interpreta Christopher McCandless, un ragazzo che decide di lasciare  tutto e tutti per andare a vivere nella natura selvaggia dell’Alaska. La figura di questo ragazzo rappresenta il puro intento di ritrovare un senso profondo della vita connettendosi alla natura, abbandonado conformismi, attaccamenti e consumismo. Credo che un film come questo vada visto perchè ridimensiona la percezione di una società che in qualche modo ci fagocita conducendoci lontani da noi stessi.

Un altro film che devi assolutamente vedere è LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE diretto da Terry Gilliam e interpretato da Jeff Bridges e Robin Williams. La trama porta con sé la leggenda arturiana del re pescatore e vede l’incontro tra un ex radiofonico, famoso alcolizzato e depresso, dopo che un suo fan è entrato in un locale sparando sulla folla, e un ex yuppie diventato clochard, dopo aver perso la moglie proprio in qule locale. L’intreccio di queste due vite ruota intorno alle paure e ai tormenti dell’animo umano, riconducendo i due protagonisti verso l’amore per se stessi e verso una profonda consapevolezza della vita. E’ un film magnifico dove si riflette si piange e si ride.

Ecco un altro che sono sicura ti piacerà: I SOGNI SEGRETI DI WALTER MITTY interpretato e diretto da Ben Stiller, che qui vediamo in un ruolo ben diverso dal suo solito. E’ la storia di Walter, un uomo dalla vita banale con una scarsa autostima ma con grandi sogni. Nella realtà è un uomo molto timido ma autentico e profondo.  La trama di questo film è ricca di avventure, con una fotografia meravigliosa, e conduce Walter a trasformare i suoi sogni in realtà. Lo spunto interessante è proprio credere nei propri sogni: avere il coraggio di superare le nostre zone di confort può condurci verso meravigliose esperienze; ma la cosa bella è che nel film è prorpio l’amore ad incoraggiare Walter facendogli scoprire talenti che sognava e non credeva di avere l. Il film mi ricorda la frase di Walt Disney “Se puoi sognarlo puoi farlo”.

L’ultimo film di cui ti voglio parlare è ALLA RICERCA DELLA FELICITA’ diretto da Gabriele Muccino ed interpretato da Will Smith, il quale si ritrova nei panni di un uomo disoccupato e disperato in cerca di lavoro, costretto  ogni giorno a cercare soldi per poter mangiare insieme a suo figlio che si porta sempre con sé. E’ un film che parla di forza di volontà e di amore, e che insegna a non perdersi mai d’animo, a non mollare mai, continuando a seguire i sogni anche quando la vita sembra remarci contro. E’ un film che parla di resilienza e in questo momento epocale credo sia molto motivante e commovente.

Spero di averti dato qualche spunto per arrichirti e nutrire la tua anima: il cinema è uno strumento meraviglioso che può condurti in meravigliosi viaggi dentro te stesso. Se per caso hai già visto questi film ogni tanto riguardateli per ritrovare quella spinta e motivazione che trasmettono oppure consigliali a chi non li ha visti: è bello poter condividere insegnamenti, ci aiuta a portare cose belle e utili nel mondo.

Ti abbraccio Simona


La Notte di San Giovanni

Oggi parliamo di tradizioni, di ritualità e voglio farlo parlandoti dell’energia del 24 Giugno, giorno di San Giovanni.

Nelle tradizioni pagane, e in seguito cristiane, nella notte di San Giovanni, l’elemento celebrativo è il fuoco: se hai un giardino, una terrazza, (nel caso in cui non ne avessi nessuna puoi trovare un posto nella natura) e accendi un falò, crea un braciere con le pietre e porta con te resine da bruciare. Se non riesci a farlo all’aperto non scoraggiarti e utilizza una bella candela bianca.

L’obiettivo è quello di scacciare le tenebre per celebrare la luce e il bene.

 In molte campagne si usa ancora accendere falò e ballare per scacciare le energie negative: quando si celebra è sempre bello danzare intorno al fuoco per creare un clima di festa.

Ecco ciò che faccio io durante i riti: amo mettere della musica oppure quando siamo in tanti, portiamo chitarre o tamburi per cantare e ballare insieme. Il tamburo ha un suono primordiale che riporta l’energia ai primi chakra e quindi ci connette con la madre terra.

In questa notte magica un ruolo rilevante va attribuito alle erbe perciò procurati un mazzetto di erbe selvatiche. Queste erbe sono propiziatorie e portano fortuna. Se messe sotto il guanciale la notte, portano sogni premonitori. Di certo del mazzetto deve far parte l’iperico (erba di San Giovanni, detto anche Scacciadiavoli).

 L’olio di San Giovanni, è un olio naturale proprio fatto con la pianta d’iperico che grazie alle sue virtù benefiche è usato soprattutto per curare gli inestetismi della pelle. Un olio dall’azione cicatrizzante, antisettica, emolliente e antinfiammatoria, che si può facilmente preparare in casa, e che si ottiene dalla macerazione dei fiori dell’iperico. Come da tradizione il 24 giugno vengono raccolti i fiori che si mettono a macerare nell’olio sotto l’esposizione della luce per un intero ciclo lunare, ottenendo un ottimo rimedio naturale per chi soffre di pelle secca, per chi ha problemi di psoriasi, per chi vuole combattere o prevenire le rughe oppure utilizzarlo contro le energie negative. Altre erbe che puoi mettere in infusione sono: l’artemisia (cintura del diavolo) per la fertilità, la ruta, la mentuccia, il rosmarino, il prezzemolo, l’aglio e la lavanda.

A me è capitato di averne magari solo una di queste e, se anche per te fosse così, non preoccuparti: i rituali possiamo celebrarli anche a modo nostro. D’altronde è l’intento che fa la differenza, però l’iperico non può mancare.

Altro rito che è legato a San Giovanni è quello di bere la rugiada che copre i prati: si dice abbia la capacità di purificazione. Raccoglierla (con un telo passato sull’erba per poi strizzarlo) per berla si crede possa favorire la fecondità.

L’Acqua messa in un catino con a bagno le erbe di San Giovanni, o la lavanda, lasciata sul davanzale la notte del 23, si purifica e porta fortuna. Io metto sempre una bottiglia di vetro fuori per tutta la notte per poi berla. L’acqua ha la capacità di ricevere informazioni vibratorie e in quella notte l’energia è molto potente.

 Se hai dei cristalli puoi caricarli nella notte e magari dargli anche un intento.

Un altro rituale di questa festa è quello di mettere un albume d’uovo in un contenitore di vetro con dell’acqua che sarà esposto alla rugiada. Secondo la tradizione, il Santo, passando, soffierà facendo apparire la sua barca. Il mattino del 24 Giugno si vedrà una base biancastra dalla quale si innalzano filamenti di diversa misura che ricordano la chiglia, gli alberi maestri e le vele di una barca. In base a come apparivano le vele si poteva trarre buono o cattivo auspico su come sarebbe stato il raccolto: tradizionalmente questa giornata è legata all’agricoltura.

I falò che ancora oggi in alcune località si accendono durante la notte di San Giovanni sono legati per tradizione a quella che una volta era la notte delle streghe, un’occasione che pochi giorni dopo il solstizio d’estate prolungava i riti legati alla rinascita, all’arrivo della bella stagione, al raccolto, alla terra e alla fertilità.

 Le ‘streghe’, quelle donne sapienti che sapevano curare con le piante medicinali, utilizzavano le erbe per la preparazione di pozioni magiche: sono le donne che noi oggi chiamiamo erboriste, narturopate, coloro che si affidano all’ascolto e agli elementi della natura per mantenere uno stato psicofisico in salute.

Insomma non perderti questa occasione, per celebrare il sole, la luce che pian piano inizia ad accorciarsi ma che tu puoi mantenere dentro di te celebrando anche con delle meditazioni, portando il sole in tutti i tuoi chakra.

 Per concludere puoi scrivere un tuo desiderio su un fogliettino: mi raccomando scrivi al presente come se fosse già in atto poi brucia il foglietto e con fiducia lascia andare le aspettative consapevolizzando che ciò che hai chiesto sta già avvenendo.

 Allora sei pronto? Mi sembra già di vederti pronto per uscire tra i prati a raccogliere le erbe.

Un abbraccio Simona.


I fiori di Bach e i bambini

È il momento di parlare dei miei amatissimi fiori di Bach e soprattutto del loro utilizzo nelle problematiche infantili.

I rimedi floreali hanno un effetto riarmonizzante e sono una terapia dolce ed efficace.
Il dottor Bach scopre questi rimedi nei primi del novecento e ne rivela la loro caratteristica principale, ovvero la semplicità del metodo con il quale si utilizzano e si preparano.


La preparazione dei fiori di Bach avviene tramite la solarizzazione: lasciare la pianta in una ciotola d’acqua per ore in modo che l’acqua possa ricevere la memoria e le proprietà della pianta, oppure tramite bollitura, semplicemente facendo bollire la pianta nell’acqua: l’acqua in questo caso memorizza la frequenza e la vibrazione della pianta che va a riarmonizzare il conflitto dentro di noi.


D’altronde, pensandoci, noi esseri umani siamo fatti al 60% di acqua e queste frequenze e vibrazioni arrivano facilmente nel nostro organismo.


Sentendo le parole frequenza e vibrazione già ti comincerai a chiedere: ma cosa sta dicendo? Ciò di cui ti sto parlando è l’energia quantica: tutto intorno a noi ha una frequenza e una vibrazione e questo è ormai dimostrabile dagli studi della fisica quantistica.


Ora però torniamo ai fiori: sono 38 perché il dott. Edward Bach è riuscito ad associare ogni rimedio alle diverse tipologie di personalità; la cosa bellissima è che questi fiori lavorano ancora meglio sulle piante, gli animali e i bambini.


Ecco, mi sembra già di sentire qualcuno dire che le piante non hanno una personalità. Beh non è assolutamente vero: quello che s’intende come aspetto della personalità in questi rimedi è uno stato caratterizzato da diversi fattori.

L’ambiente in cui si vive, il clima, i condizionamenti esterni sono tutti fattori che caratterizzano anche le piante e, successivamente ad uno scompenso, anche una pianta può riarmonizzarsi più facilmente grazie all’aiuto di un’altra pianta. Ci sono studi ormai che hanno dimostrato come alcune piante migliorino le loro condizioni grazie a frequenze musicali, parole amorevoli e ambienti armoniosi.


Questo discorso vale anche per gli animali e i bambini, ma qual è la caratteristica che tutti e tre hanno in comune? La purezza: sono incontaminati, anche se i bambini lo sono solo fino ad una certa stagione della loro vita, mentre poi crescendo vengono condizionati. Questa caratteristica permette ai rimedi floreali di avere una risposta riarmonizzando più velocemente il conflitto andando a lavorare su una materia prima più pura.


Mi trovo spesso a preparare fiori per bambini perché, partendo dalla tenera età, è più facile evitare grossi conflitti successivi e, cosa importantissima, i fiori non hanno effetti collaterali. Ci sono disturbi come iperattività, ipersensibilità, difficoltà di apprendimento, eccessiva timidezza o aggressività su cui si può agire. Insomma poche gocce possono fare la differenza sul benessere del bambino.
La cosa bella è che non c’è pericolo di sovradosaggio e non creano dipendenza.


Ho scoperto i fiori a 18 anni e non li ho più lasciati, facendoli diventare parte integrante del mio lavoro, certa che se avessi avuto la possibilità di prenderli in età infantile avrebbero sicuramente fatto la differenza nella mia vita.


I fiori di Bach sono una terapia complementare , non si sostituiscono ai medicinali ma accompagnano dolcemente il bambino nel mantenere quel benessere psicofisico utile ad evitargli conflitti più pesanti in età adolescenziale e in seguito adulta. Lavorano benissimo sia nelle fasi acute che nelle cronicizzazioni.


In questo caso Bach ha dato a tutti la possibilità di utilizzare questi rimedi e di poterseli preparare: in questo caso avere un genitore aperto a questa esperienza, magari pronto a studiare i fiori, aiuterebbe ancora di più il bambino nella sue crescita perché i genitori sono coloro che conoscono meglio il bambino.


E’ importante conoscere bene i fiori di Bach e in questo caso affidarsi ad un floriterapeuta è consigliabile perché non tutti i farmacisti hanno seguito un’adeguata formazione floriterapica. Quando qualcuno viene da me e mi dice che non crede ai fiori di Bach io gli rispondo che non deve crederci e che quando non funzionano è perché si è preso il rimedio sbagliato: questo è il caso in cui vedere bravura del floriterapeuta che deve conoscere a fondo gli aspetti umani, avere alle spalle degli studi mirati come la psicologia, oppure la pnei o la kinesiologia, e le basi della naturopatia.


In ogni caso anche se ormai sei cresciuto, dentro di te c’è sempre un bambino interiore sul quale lavorare, che certo sarà un po’ più contaminato dall’esperienza della vita, dai condizionamenti esterni delle varie relazioni affettive, da un imprinting.

Ma non è mai troppo tardi per affidarsi ai fiori di Bach e provare a scoprire questa meravigliosa possibilità e, se hai un bambino, allora potrebbe essere bellissimo percorrere questa strada insieme a lui.


Per concludere se non conosci il dottor Edward Bach e il suo pensiero di consiglio di leggere Guarisci te stesso, un’ opera meravigliosa che racconta la storia di questo medico e dei suoi fiori.


Nel frattempo ti abbraccio

Simona


La Donna Saggia: la bellezza della Menopausa

La Menopausa: un monolite, una pietra miliare, la Spada di Damocle sulle teste di tutte le donne. Ma è proprio così?


Sì, certo, la menopausa arriva per tutte e questo è normale è fisiologico, ma assolutamente nulla di apocalittico. Prendiamo il dizionario Treccani: menopàuṡa s. f. [comp. Di meno- e -pausa]. – In fisiologia, il periodo in cui si verifica nella donna e nei primati superiori la scomparsa definitiva delle mestruazioni (e quindi della capacità riproduttiva), dovuta alla cessazione della funzione ovarica, che nella specie umana è caratterizzata da una complessa fenomenologia neurovegetativa, somatica e psichica che viene indicata col termine di climaterio (e che nei nostri paesi si verifica generalmente tra i 46 e i 52 anni d’età).


Una lunghissima spiegazione che potremmo tranquillamente trovare in qualunque manuale di biologia, perché fondamentalmente si tende a ridurre questo complessissimo momento di passaggio ad una mera questione fisiologica, ma, vi svelo un segreto, NON È SOLO QUELLO!


La Menopausa non è solo la mancanza del ciclo mestruale ma rappresenta un momento di grande trasformazione per la donna, LA trasformazione per eccellenza.

Ma andiamo con ordine: se ogni donna nella sua intimità, riesce, con alti, bassi a gestire questo momento di cambiamento, appena mette un piede fuori dalla porta si ritrova in mezzo a mille più uno stimoli sociali che remano contro.


Nella società malata in cui viviamo, che ci vuole perennemente giovani e filiformi, c’è allora spazio per tutte le altre donne? Questo periodo di sbalzi ormonali può portare ad un rallentamento del metabolismo che a sua volta va ad ammorbidire le forme anche in donne abituate ad essere sempre molto magre, può portare all’indebitamento di unghie, ossa e capelli e (EBBENE SÌ) anche il nostro aspetto può cambiare e di conseguenza ci troviamo a confronto con una parte di noi che non conoscevamo.


Questo passaggio è la condizione maggiormente sofferta, quella che porta a vivere questo periodo come un grosso disagio quando in realtà questa è l’età della donna saggia e consapevole, che passa da essere madre a grande madre di tutte le cose.


L’approccio olistico va a considerare questo periodo nella sua totalità senza limitarsi alle mere questioni fisiologiche.


Certo, il mancato apporto di estrogeni provoca una sensibilità emotiva nella donna che in questo periodo può sentirsi confusa, non riconoscersi e non piacersi, per non parlare delle fastidiose caldane che possono procurare grandi disagi.


Ecco facciamo un’analisi: fin qui ti ho descritto questo periodo come un incubo e tu penserai com’è possibile riuscire a viverlo in un modo migliore?


Beh ti dico questo: se si decide di vivere questo periodo con consapevolezza, senza separare mente corpo e spirito, allora lo si può considerare come un grande ciclo di cambiamento e coscienza, un momento di crescita spirituale e personale.

Ovviamente è un ciclo che va rispettato ed ascoltato. e In questo l’approccio olistico può davvero essere utile , attraverso la floriterapia per esempio: ci sono rimedi floreali che aiutano la persona a predisporsi al cambiamento e anche a riequilibrare le emozioni; oppure ci sono percorsi di crescita personale che aiutano la donna a vedere la propria bellezza e a vivere questo periodo come un privilegio tirando fuori talenti che non avrebbe mai pensato di avere.


Io personalmente sono entrata in menopausa molto precocemente e, facendo ricerca tra i miei studi, ho avuto la possibilità di affrontarla aiutandomi con tre meravigliosi sostegni:


• LA MEDITAZIONE: che conduce ad uno stato di rilassamento profondo della mente e del corpo
• LA FLORITERAPIA che va a riarmonizzare gli aspetti emotivi tramite i fiori di Bach
• LA NATUROPATIA ovvero assumendo rimedi già presenti in natura, preferendoli, per esempio, agli ormoni


In questo modo sono riuscita ad affrontare questa fase della mia vita con la consapevolezza di essere ancora una donna giovane e piacente ma soprattutto continuando a piacermi così come sono, accettando questo momento come un’opportunità per crescere e per fare un bilancio del mio percorso sino a quel momento, continuando a fare progetti per il mio benessere.

E’ importante prendersi cura della nostra persona senza trascurare nessun aspetto, concedersi del tempo per fare movimento, per stare all’aria aperta e per trovare, ognuno con il proprio sentire, la strada per occuparsi in modo completo di questa fase della vita.


Insomma, in questo significativo momento della vita, sarebbe bello che ogni donna s’identificasse in un bruco pronto a diventare farfalla, proprio perché ogni ciclo è segnato da una rinascita.


Il messaggio qui è quello di non sottovalutare questo periodo, di non “Trattarlo male”, ma di prenderti ancora più cura di te entrando in un ascolto profondo, accettando, magari, di essere più fragile inizialmente ma con la possibilità di scoprire in te una fierezza mai avuta prima, quella forza che solo una donna completa, che ha vissuto diverse fasi della sua vita, riesce a sentire.


Ogni età ha in sé la propria bellezza e la propria lezione da insegnare: se decidiamo di accogliere questi insegnamenti allora il tutto crea il nostro bagaglio di saggezza profondo. Vivi questo cambiamento facendo cose che non hai mai fatto e che hai sempre voluto fare, osa, sperimenta e poniti degli obiettivi.


Rimane da dirti solo un’ultima cosa: quando decidi di scegliere la strada del benessere comincia con il farti una domanda, qualunque sia la fase della tua vita.


Sto vivendo una vita che mi appartiene, sto seguendo la mia natura?
Ecco credo che la risposta a queste domande includa già la cura più grande: rispettarti scegliendo di seguire il tuo sentire profondo, quella voce che ti dice di non sprecare la tua vita ma di prendere la strada che ti conduce a realizzare i tuoi sogni .


Un abbraccio, Simona


L’arte del saper attendere e fermarsi

Che cosa vuol dire fermarsi ed aspettare?

Ma al di là del suo significato, ad oggi, ne siamo ancora capaci?

E’ da più di un anno ormai che le nostre abitudini si sono radicalmente modificate e tutti, volente o nolente, ci siamo trovati davanti ad uno STOP. Certo, ognuno vive la propria situazione: chi ha rallentato, chi si è fermato, nella vita, nel lavoro, con tutte le conseguenze che questo ha comportato.

Fermarsi, però, non è necessariamente un gesto passivo di resa di fronte agli eventi, FERMARSI è esperienziare, godere, è vivere.

Questo particolare periodo storico, soprattutto, ci sta dando modo di imparare, di nuovo, a saperci (e aggiungerei, doverci) fermare ed assaporare l’attesa e la lentezza: con queste due parole non intendo quei momenti ritagliati alla frenesia delle giornate in cui ci lanciamo nei social, scrollando in modo compulsivo, incamerando migliaia di informazioni e opinioni superflue.

Io mi riferisco al momento in cui tutto ciò che ci circonda è semplicemente il nostro corpo, e tutto quel mondo immenso che racchiude: le nostre emozioni, le sensazioni fisiche di cui non ci accorgiamo mai. Fermarsi è tornare a casa, dentro noi stessi, per ascoltarci profondamente.

Cosa c’è di più intimo e profondo che condividere del tempo con noi stessi? Il continuo interfacciarci sui social si basa su una profonda paura della solitudine, o di essere esclusi da qualcosa, quando invece tutto ciò che ci serve è dentro di noi. In questo Harmony Balance può esserti d’aiuto: può riportarti in quell’ascolto profondo, e quando sei centrato puoi ritrovare quel senso di pace che ti fa stare bene con te stesso.

La Mindfulness ha proprio la funzione di mantenerti nel presente, allontanarti dal compulsivo multitasking giornaliero per imparare a godere del momento senza giudizi o aspettative. Purtroppo siamo così poco abituati a fermarci che in quel momento i sensi di colpa ci travolgono perché la società impone di avanzare, essere produttivi, dinamici, flessibili e mille altre cose insieme.

Persino le comunicazioni in questo momento sono più difficili da gestire sia come durata che come presenza attiva ed attenta al discorso: può essere che durante una conversazione ti sia capitato di pensare già ad una possibile risposta alle domande che ti venivano poste, perdendo alcuni dettagli di ciò che il tuo interlocutore ti stava raccontando. Tutto questo è dovuto, in gran parte, alla frenesia del momento storico che stiamo vivendo.

Ma oltre a questo, un tasto che ritengo particolarmente dolente è la COMPETITIVITA’. Questa società è particolarmente giudicante e competitiva, basti pensare agli svariati programmi televisivi in cui si viene giudicati per ogni singola azione: come cucini, come ti vesti (parenti o amici che segnalano al programma chi si veste “male” per “migliorarne” il look!!!) come hai arredato la casa… Ma è così importante il giudizio, soprattutto questo tipo di giudizio, o rischia, nella vita reale, di essere solamente un freno alla genuinità dei nostri rapporti sociali?

Gli standard, i parametri sociali, stanno diventando la linea di base di ogni singola nostra azione, e tutto ciò che facciamo viene giudicato, da noi stessi e dall’esterno, secondo quella specifica linea: fermarsi significa estraniarsi da quel genere di giudizio.

Quando ti permetti di fermarti, puoi avere il tempo di osservare, di sentire, di ascoltare senza inseguire aspettative altrui ma puntando a migliorare te stesso senza doverti paragonare a nessuno. Purtroppo la tecnologia, in questo senso, non ci ha aiutato: le troppe informazioni, vere, false, e di conseguenza la disinformazione generale, hanno creato un clima di stress che ha portato ad un impoverimento delle conoscenze e ad una forte ansia collettiva nella ricerca di qualcosa di concreto e attendibile.

Per esempio in questo periodo di Covid siamo continuamente informati sul numero di contagi e di morti: questo può potenzialmente terrorizzare; magari un uomo si rinchiude in casa in preda al panico sebbene abiti in campagna, in un paese di pochissimi abitanti circondato dalla natura e faccia un lavoro all’aperto lontano da tutto. Questo cosa vuol dire? Ovviamente bisogna prestare attenzione alle informazioni e non prendersi rischi inutili ma la sua preoccupazione dovrebbe ridimensionarsi alla propria situazione quotidiana; invece la maggior parte della gente vive la paura indotta dalle notizie perdendo di vista la reale entità delle situazioni singole.

La Mindfulness ti permette di riprendere in mano il tuo personale punto di vista: osservare e distaccarti dall’esterno può mantenerti in salute e riportarti all’interno del tuo equilibrio.

Non credi sia arrivato il momento di cambiare canale?

Puoi cominciare dalle piccole cose, magari spegnendo il televisore mentre mangi, mettendo attenzione al tuo pasto, al cibo, al gusto che ha, pensando alle piccole cose che stai vivendo in quel preciso istante e che ripeti da sempre senza badarci troppo. Puoi scegliere di sfruttare un’ora della tua giornata per leggere invece di navigare su internet, andando a cercare ciò che t’interessa approfondendo l’argomento nei libri.

DEDICA DEL TEMPO.

Ecco questo è ciò che voglio veramente consigliarti in queste righe. Viviamo il tempo come un flusso, un movimento continuo in un’unica direzione, ma questo flusso ha al suo interno innumerevoli piccole unità, e ognuna di esse può essere dedicata a qualcosa in particolare e non semplicemente trascorsa. Dedicare il tempo porta in sé il concetto di fermarsi e valutare con estrema attenzione a cosa vogliamo donare la nostra attenzione.

Ricordati che è nelle tue mani la grande possibilità di agire su te stesso, cambiando i tuoi ritmi per adattarli al modo di vivere che più ti può far stare bene, limitando i momenti di stress e ansia e privilegiando quello in cui ti senti più tranquillo e appagato, in cui puoi gustarti tutti i momenti appieno.

Cosa aspetti allora, inizia con una pausa, semplicemente per respirare consapevolmente: ti posso assicurare che ti sentirai molto più vivo di quando freneticamente non te lo concedi.

Un abbraccio Simona


Medicina Allopatica e Olistica: un’alleanza vincente

Lo sapevi che nell’antichità in Cina si andava dal medico per rimanere in salute e se ci si ammalava, il medico, lo si cambiava? La medicina Orientale è molto diversa da quella a cui siamo abituati:la medicina allopatica.

Ma facciamo un po’ di chiarezza: cosa vuol dire ALLOPATICA? Questo termine deriva dal greco dal greco ἄλλος, diverso, e πάθος, sofferenza e indica la medicina occidentale, quella a cui siamo abituati, con farmaci esterni che vanno ad agire sulle nostre sofferenze, per voler essere letterali. Ma non c’è solo questo genere di medicina. LA MEDICINA OLISTICA, per esempio, lavora mantenendo in completa unione la mente ed il corpo, andando a riequilibrarli.

Ma allora perché non affiancare questi due rami della medicina in un modo sinergico? Attraverso il Reiki, per esempio.

Reiki è un ramo della medicina olistica: è un passaggio di energia da chi dona a chi riceve, e viceversa.

REI infatti significa ENERGIA UNIVERSALE, mentre KI ENERGIA INDIVIDUALE.

Reiki lavora attraverso le mani che diventano canali per distribuire Energia nel corpo, nei nostri centri energetici ovvero i Chakra, attraverso posizioni predefinite delle mani. Questa pratica permette di raggiungere un benessere completo di mente corpo e spirito.

Ma in quale modo è possibile trasmettere energia attraverso le mani?

Non ti capita mai di massaggiarti il corpo, magari la pancia mentre senti di avere un fastidio, oppure di appoggiare una mano sulla schiena di un tuo caro per alleviare la tensione? Beh noi siamo fatti di energia, siamo campi magnetici e ciò che scorre dentro di noi ineluttabilmente si collega a ciò che ci circonda.

Reiki non è solo pratica fisica, anzi, porta con sé un grande messaggio spirituale: nel momento in cui stai donando Reiki lo stai anche ricevendo, quando prestando servizio verso qualcun altro stai prestando servizio a te stesso.

Ma dove nasce il Reiki?

Volendo fare un breve accenno alla sua storia nasce e si sviluppa come metodo di cura in Giappone, con Mikao Usui e da anni, ormai, è stata appurata la sua efficacia anche nei paesi occidentali grazie alla divulgazione di Hawayo Takata.

 In questo articolo però, non voglio addentrarmi troppo su quello che riguarda l’origine e le caratteristiche del Reiki, ma se fossi interessato ad approfondire questo argomento puoi trovare interessante “GLI INSEGNAMENTI ORIGINALI DI TAKATA” un libricino di Fran Brown che mi ha aiutato a conoscere più profondamente il messaggio e la storia del Reiki.

Ma ritorniamo alla domanda con cui abbiamo iniziato questo articolo: come unire sinergicamente medicina olistica ed allopatica?

Il Reiki affianca la terapia convenzionale in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo. Si tratta di una tecnica energetica di riequilibrio, rilassamento profondo e analgesia che presenta il vantaggio di essere un metodo semplice, alla portata di tutti, e che si presta molto bene come trattamento di supporto.

Nel reiki ci sono differenti livelli: sono diventata Master nel 2011 dopo anni di partecipazione a seminari e tutt’ora continuo, a mia volta, a divulgare questa meravigliosa pratica con i miei seminari e con trattamenti individuali.

Lavorando ed abitando in Piemonte, mi sono trovata a trattare molte pazienti dell’ospedale di ASTI arrivate dal reparto di oncologia dove hanno potuto sperimentare i benefici del Reiki.  Molte di loro hanno continuato a riceverlo anche in seguito alle terapie ospedaliere e alcune hanno deciso di diventare a loro volta operatrici per trattare le persone della loro famiglia.

Quando sei rilassato, quando la tua energia è in equilibrio, hai meno possibilità di ammalarti e se malato comunque di aggravarti. Il tuo corpo, le tue funzioni vitali, lavorano meglio in uno stato di rilassamento in cui si attiva il sistema nervoso parasimpatico e il sistema ormonale si mantiene in equilibrio.

Da tempo credo che, all’interno dei protocolli ospedalieri, potrebbe essere applicata un’integrazione con discipline olistiche, per alleviare le dinamiche ansiogene nei pazienti, per esempio, oppure come supporto per il personale medico e paramedico.

Reiki come il Massaggio Ayurvedico, il Rebirthing, la meditazione e tante altre tecniche, potrebbero essere strumenti di sostegno molto potenti.

Proviamo ad immaginare un contesto ospedaliero in cui, da pazienti, prima o dopo aver effettuato un’operazione si potesse ricevere un trattamento rilassante, oppure, parlando proprio di personale medico, potersi concedere un trattamento riequilibrante per poter affrontare il duro lavoro di ogni giorno, operazioni, urgenze, ecc.

Ma concretamente, ci sono già esempi di questo genere?

Per quanto riguarda la sanità oggi sono numerosi gli ospedali italiani che, a seguito di risultati sorprendenti ed incoraggianti, hanno introdotto il Reiki nei reparti come terapia complementare per sostenere i pazienti ospedalizzati perché incide notevolmente sulla percezione del dolore e induce uno stato rilassato della mente, del corpo e dello spirito.

In generale sono moltissime le grandi aziende che su questo hanno fatto enormi progressi: hanno introdotto stanze per la meditazione, messe a disposizione dei dipendenti, per riuscire a trovare un momento per concentrarsi su se stessi e diminuire lo stress.

Allora perché non introdurle anche negli ospedali. Pensando a questo particolare periodo storico in cui il COVID ha riempito i reparti, lasciando soli i pazienti, sarebbe bello ci fossero strutture aperte a queste discipline. Immagina stanze con musica rilassante o meditazione guidata diffusa, con vetri per ricevere gli sguardi dei parenti e stanze per gli operatori in cui meditare anche solo per pochi minuti recuperando un po’ di forza e tranquillità.

Credo che il futuro abbia sempre più bisogno di un’impostazione nuova e orientata alla medicina olistica da applicare ai protocolli ospedalieri ed aziendali semplicemente perché la salute è il nostro stato naturale e il concetto olistico ti rimette in contatto con questo stato.

E tu cosa ne pensi? Eri al corrente del fatto che anche queste pratiche fossero utilizzate a supporto in alcuni ospedali?

Se vuoi parlarne aspetto una tua risposta e intanto ti lascio i 5 principi del Reiki da applicare nel tuo quotidiano, per fare la differenza sul tuo benessere e su quello di chi ti sta intorno.

Solo per oggi

Non essere arrabbiato

Non ti preoccupare

Sii grato

Lavora con impegno

Sii rispettoso verso gli altri

Un abbraccio

Simona


#SIMONACONSIGLIA

Quattro libri di crescita personale

Il mondo della crescita personale è molto vasto, e spesso – se lo si affronta superficialmente – rischia di rimanere inesplorato. Dopo anni che studio e lavoro in questo campo, posso giurarti che la vita è capace di offrirti costanti occasioni di crescita e sviluppo… e ti dirò di più: nemmeno così nascoste.

In qualsiasi situazione, circostanza, qualsiasi sia l’azione che stiamo compiendo, anche la più banale, qualsiasi sia il nostro lavoro, la nostra occupazione, il nostro ruolo nel mondo, crescita personale significa soprattutto sintonizzarsi e tendere bene le orecchie, perché da ogni cosa è possibile trarre spunti di riflessioni importati, di autoanalisi ed evoluzione.

La lettura è uno di quei momenti che ritagli per te stesso, uno spazio in cui scegli di isolarti, pronto, aperto e desideroso di conoscere e scoprire nuovi mondi. Per questo ritengo che leggere possa essere un esercizio molto utile per la tua crescita personale. Curiosando sugli altri blog, mi sono accorta però che molti propongono la lettura di manuali incentrati su metodi di crescita personale pronti per l’uso.

Se mi conosci, e se sai come funziona il mio metodo Harmony Balance, completamente personalizzato sulle esigenze di chi mi trovo di fronte, potrai capirmi quando dico che, secondo me, liste di questo genere non sono poi troppo funzionali, perché tendono all’omologazione del percorso, rinunciando al principio fondamentale secondo cui ogni uomo è diverso, e tale sarà anche la sua crescita.

Oggi, quindi, voglio consigliarti quattro libri. Come vedrai, non sono i classici libri che troveresti sugli scaffali dedicati a questo tema, ma credo fermamente che possano darti degli spunti utili, ognuno nella sua unicità.

Prima di iniziare, mi raccomando: fammi sapere quale di questi libri ti incuriosisce di più, se ne hai già letto qualcuno, o se avevi in programma di farlo. Inoltre, puoi consigliarmi anche tu qualche libro che hai letto e che ti sembra possa fornire spunti di crescita personale… aspetto tue notizie!

Partiamo!

  1. Padroni del destino – le lezioni di Nelson Mandela” di Richard Stengel.

Premetto che amo molto le biografie, perché attraverso la conoscenza di grandi personaggi posso scoprire le potenzialità umane ed esserne ispirata. Una delle biografie che mi ha cambiato nel profondo è proprio questa. Se hai voglia di conoscere la grandezza d’animo e d’ideali di una persona, il coraggio e la passione per la vita, allora questo è il libro giusto per te. Nei miei seminari amo citare spesso Nelson Mandela, perché credo sia stato uno dei grandi personaggi che hanno cambiato la storia, portando avanti un’ideale di uguaglianza con coraggio e pagando il suo attivismo con il carcere. Senza mollare mai è riuscito a trasformare un paese.

Ecco, questo è in assoluto uno dei miei libri preferiti. Non è il classico saggio sulla psicologia Junghiana, perché anche qui hai la possibilità di entrare dentro la vita di questo maestro, scoprendo la grande spiritualità insita nell’animo di quest’uomo, e la sua grande sensibilità nei confronti della vita. E’ un libro intimo e umano, che ti porta ad avere rispetto per la ricerca esistenziale di Jung, un grande uomo che ha rivoluzionato lo studio della psiche.

Posso assicurarti che questi due primi libri sono dei grandi doni e scorrono in maniera fluida, non amo i mattonazzi poco scorrevoli! Ma passiamo al mio terzo consiglio di lettura.

Libricino tascabile e molto scorrevole, ideale se vuoi trascorrere un pomeriggio leggero. E’ un piccolo manuale per comprendere il senso della vita, e quanto poche siano le cose che veramente contano e che dovremmo portare con noi. Molte cose superflue scorrono intorno a noi, mentre ciò che è davvero importante può stare tutto in un “bagaglio a mano”. Ti consiglio questo libro anche come regalo per una persona speciale: penso che possa arricchire l’anima e far riflettere.

Questa breve favola, corredata dalle meravigliose illustrazioni di Nicola Magrin, ci mostra la vita dal punto di vista di un animale saggio come il lupo. Se come me hai un profondo rispetto per la natura e per tutte le creature che vi abitano, troverai questo libro davvero meraviglioso e illuminante.

Eccoci quindi giunti alla fine.
Sono davvero contenta di aver condiviso con te alcuni tra i miei libri preferiti, ma non finisce qui! Fammi sapere se questa rubrica ti interessa e se ti piacerebbe conoscere altre letture utili alla tua crescita personale, e chissà, altri #simonaconsiglia anche in altri ambiti.

A presto! Simona.


5 esercizi per staccarsi dalla routine della tecnologia

Tecnologia e Mindfulness

E’ innegabile: la tecnologia occupa una grande fetta delle nostre giornate; spesso, infatti passiamo la maggior parte del nostro tempo alla tastiera del pc o al telefono. Questa non è necessariamente una nostra scelta, anzi, in questo periodo men che meno.

Ma qual è il problema?

E’ che a fine giornata avresti potuto dedicare più spazio a te stesso ma il tempo è volato e tu non ne hai più le energie.

L’iperconnessione non ti permette di staccare realmente la spina e di vivere pienamente il presente.

Le nuove tecnologie ti fanno perdere contatto con la realtà che ti circonda creando invece una  dipendenza da tutto ciò che è a grande distanza: ovunque sei è come se tu non ci fossi perchè non sei realmente presente nell’istante che vivi. Paradossalmente magari ti sembra che la tecnologia ti faccia fare più cose contemporaneamente ottimizzando il tuo tempo e le tue risorse ma in realtà lavori spesso in  multitasking e questo ti  porta a spendere più energie e produrre di meno.

Certo, le nuove tecnologie agevolano le tempistiche di lavoro ma in realtà non agevolano le tue tempistiche perché rallentano la tua parte cognitiva e compromettono il tuo sistema nervoso.

Questo non è un articolo contro le nuove tecnologie. Vorrei farti vedere questo mondo da una prospettiva differente: sono molte le teorie che ci rimandano ad effettivi danni che l’uso smodato della connessione può portare alla salute, perciò vorrei provare a capire come rimanere connessi e allo stesso tempo non diventarne dipendenti. Per me i social e la connessione in generale sono diventati lavoro: nell’ultimo periodo mi sono reinventata su questi canali bidimensionali investendoci tempo e risorse, ma rimanendo comunque ancorata alla sana bellezza della vita in tre dimensioni.

Una delle cose più nocive per la nostra salute è il multitasking.

Il tuo cervello non è programmato per svolgere più attività nello stesso momento. Sei molto più efficiente quando svolgi una cosa alla volta. Col multitasking il tuo livello di concentrazione si abbassa, non te ne accorgi ma diventi più lento nel passare da un’azione all’altra e a causa di un’iperstimolazione difficilmente il tuo cervello riconosce le informazioni importanti da quelle irrilevanti perciò si sovraccarica.

Secondo   una   ricerca   della University of London dedicarsi  a  più  attività  nello  stesso momento  riduce  il  quoziente  intellettivo  del nostro  cervello,  come  se  fossimo stati svegli per tutta la notte. Tra gli adulti esaminati i ricercatori hanno osservato come   il QI si abbassasse al livello di quello di un bambino di 8 anni.

Il context switch (passare da un’azione all’altra) ti fa spendere un sacco di energia e ti fa produrre continuamente cortisolo e dopamina che ti mantengono in uno stato di eccitazione e allerta  provocando stress.

Senti l’esigenza di staccare la spina? Non ti sembra di avere meno memoria oppure di essere spesso distratto?

Ecco queste sensazioni potrebbero essere causate da un utilizzo troppo prolungato del cellulare o del pc magari insieme.

Da quanto tempo non fai una passeggiata osservando ciò che hai intorno?

In questo periodo particolare abbiamo tutti l’esigenza di uscire all’aria aperta e la cosa che mi colpisce è vedere quante persone passeggino con il cellulare in mano oppure chattando o filmando. Non che tu lo faccia, ma purtroppo ormai siamo talmente abituati a condividere la nostra vita online che non riusciamo a goderci un tramonto per la troppa voglia di filmarlo e condividerlo sui social.

Ma allora come si fa ad uscire da questi meccanismi?

La Mindfulness ti può aiutare ad iniziare ad acquisire consapevolezza dei processi della tua mente, del suo vagare e della mancanza di attenzione. In questo articolo ti voglio aiutare attraverso la pratica della Mindfulness ad inserire il disabituatore e per questo serve impegno

Voler stare bene implica una scelta ed un impegno. Mindfulness significa consapevolezza, significa essere presenti in ogni istante. Essere nel qui e ora ti permettere di vivere pienamente la vita e senza farti governare da fattori esterni ma entrando nel sentire.

Un libro fantastico che ti può aiutare a trovare la dimensione del presente è “Il Potere di Adesso” di Eckhart Tolle che ti consiglio vivamente. (Clicca sul titolo!)

Ora però torniamo alla Mindfulness: voglio aiutarti a cominciare una nuova fase della tua vita in cui usare le tecnologie con maggiore consapevolezza, recuperando spazi e tempi nuovi per fare cose meravigliose come stare nella natura, leggerti un bel libro, ascoltare profondamente chi è intorno a te ma soprattutto ascoltare te stesso. Sei pronto?

Allora eccoti qui una serie di esercizi che ti possono aiutare a ritrovare benessere e recuperare energia, concentrazione, memoria e salute. 

  • Questa settimana, ogni volta che usi smartphone o computer ricordati di Respirare: entra nella consapevolezza del tuo respiro, percepiscilo. Questo ti permetterà di rimanere maggiormente ancorato al momento presente, così da poterti rendere conto di quanto tempo passi realmente utilizzando telefono o pc.

  • Ti accorgi di star usando troppo spesso e magari anche contemporaneamente i tuoi strumenti tecnologici? Cerca di prestare attenzione a te stesso, a ciò che senti e provi. Ti senti stanco? Felice? Nervoso? Annoiato? Ascoltarti ti permetterà di capire da solo come hai realmente bisogno di trascorrere quel tempo che viene invece risucchiato dall’uso smodato delle tecnologie.

  • Sei pienamente consapevole delle attività che svolgi? o tendono a sommarsi e talvolta a sovrapporsi persino? A fine giornata, segna quali attività sono state positive, hanno nutrito il tuo essere e quali no. valutando i risultati che otterrai a fine settimana potrai guardare con un occhio positivamente critico il modo in cui spendi il tuo tempo, dirigendo l’attenzione alle attività che ti rendono felice e ti fanno sentire in pace con te stesso.

  • In  diversi  momenti  della  giornata,  imposta  alcuni allarmi sul tuo telefono scegliendo a caso gli orari.  Ogni volta che suona l’allarme fermati, chiediti cosa stai pensando e cosa stai facendo in quel momento.  Stai  realmente  prestando  attenzione  a  quello  che stai facendo? Sei   nel   presente? O la tua mente è rivolta a qualcosa nel futuro o nel passato? con questo esercizio rimuoverai il pilota automatico e sarai pienamente consapevole di ciò che stai vivendo in quel preciso istante.

Un ultimo consiglio

Un’altra cosa che puoi fare ogni giorno è sceglierti un’ora in cui non utilizzare il cellulare, non    consultare applicazioni, notifiche, social, ecc. Tienilo semplicemente spento. Se sai che avrai bisogno di  guardare  l’ora,  procurati  un  orologio  prima, per svolgere l’esercizio. Non consultare le email, nemmeno al computer. Non accendere la radio o la tv. A seconda delle tue abitudini,  nota  durante  quel periodo di tempo, tutte le volte che ti viene l’istinto di consultare il cellulare, accendere la radio e domandati: “Cosa provo?”

Guardati  intorno,  presta  attenzione  a  ciò  che  stai facendo,  al  tuo  ambiente,  alla  luce,  alla  colazione, alla sua preparazione se è mattina o ad altre cose se è pomeriggio o sera.  Se non sei solo in casa, osserva i tuoi familiari, i loro comportamenti, ascolta attentamente ciò che hanno da dirti o le conversazioni tra di loro.  Se  sei  già  fuori  casa,  osserva  ciò  che  ti  circonda, come se fosse la prima volta.  Osserva le persone intorno a te, le loro espressioni, i colori.  Senti i rumori.  Cosa provi? 

Fermati, riposa, ascolta.

Se dentro di te senti fortemente la necessità di fermarti di recuperare energie e tempo questo è l’articolo giusto per te e se ti è piaciuto e pensi che potrebbe essere utile per qualcuno che conosci condividilo. La più grande soddisfazione del mio lavoro è poter aiutare più persone possibili. 

Ti lascio alla pratica e ti abbraccio.

Simona


Anche lo stress può essere una risorsa preziosa

Stress, rabbia e paura, chissà quante volte ne avrai già sentito parlare: in TV ad ogni pubblicità c’è sempre almeno uno spot dedicato a questo, che siano pastiglie per dormire, prodotti per rilassarti o combattere ansia e stress.

Su una cosa hanno perfettamente ragione: questo argomento riguarda un po’ tutti, chi più chi meno, ovviamente, ma comunque ci siamo dentro.

Tu cosa ne pensi? Ti senti tra queste persone? Sei anche tu stressato, arrabbiato, impaurito forse?

Non voglio fare della psicologia spicciola anche perché questo non è ciò che mi compete, ma mi sento di dirti che una parte di questi conflitti che ti porti dietro partono dalla tua infanzia.

Eh sì. Parte tutto da lì.

Tranquillo, non voglio sapere tutto quello che hai vissuto da bambino. Ognuno vive la propria vita e la propria formazione. Dico solo che ciò che abbiamo cronicizzato dentro di noi necessariamente deve arrivare da lì perché quella è la nostra prima camminata in un terreno nuovo chiamato vita.

Dietro il tuo stress, la tua paura, la tua rabbia, ci sono esperienze che hai vissuto, persone che ti hanno comunicato determinate sensazioni.

Claudia Rainville nel suo libro “Metamedicina. Ogni sintomo è un messaggio” (di cui ti lascio in calce il link per poterlo visionare) paragona il cervello umano ad un computer che riceve continue informazioni. Cosa ne fa? Le elabora, le archivia e invia degli ordini.

Ora immagina un bambino che tiene per la prima volta in mano un computer: all’inizio cercherà di riempirlo il più’ possibile di informazioni senza essere in grado di filtrare e selezionare quelle importanti da quelle dannose.

Come sostiene la Rainville, e non solo, quando eri bambino i grandi condizionamenti li hai ricevuti maggiormente dai tuoi grandi affetti, dalle persone più care e fidate.

Uno stimolo ripetuto spesso di fronte ad un bambino può influenzarlo nel progredire fisicamente e mentalmente.

Ma perché deve sempre tutto ridursi all’infanzia?

È ovvio che non tutti i nostri conflitti partano da lì, ma allo stesso tempo dobbiamo liberarci da vecchie dinamiche mentali che sovraccaricano il nostro sistema psicofisico peggiorando le nostre reazioni nel quotidiano.

Nel corso dei miei anni di studio (che per altro non finiranno mai!) ho capito che la prima cosa per ritrovare benessere è ricominciare a comunicare con quel bambino.

Tranquillo, di nuovo, non voglio psicanalizzarti, questo è un lavoro che lascio agli psicoterapeuti. Con il metodo Harmony Balance® ho creato un percorso che trae le sue basi da una visione olistica della vita, che mette in contatto e comunicazione quel bambino con il suo corpo le sue emozioni e i suoi pensieri.

E allora andiamo con ordine e cerchiamo di dare un significato a tutto quello che sta accadendo.

Che cos’è lo stress?

Lo stress è mancata comunicazione con se stessi, è un pensiero, una paura o una rabbia cronicizzata che ha compromesso il nostro sistema psicofisico. Per citare il filosofo K. Popper: “Lo stress è il peso che dobbiamo pagare per essere umani” e io aggiungerei per la società in cui viviamo.

In realtà, però, se andiamo a vedere la reale funzione dello stress nasce per essere una risorsa utile: è la risposta del nostro organismo ad ogni richiesta di modificazione effettuata su di esso.

La P.N.E.I (Psico-neuro-endocrino-immunologia) ci spiega come lo stress sia qualcosa di naturale dentro noi stessi: il nostro organismo è in grado di adattarsi ad uno stimolo attraverso una reazione di allarme, una fase di adattamento e infine una fase di esaurimento.

 Ecco, trovato l’inghippo: la fase di esaurimento che non avviene mai.

Questo accade perché il tuo organismo non è più in grado di riconoscere qualcosa che sia diverso dalla produzione di cortisolo e dall’attivazione del sistema nervoso simpatico.

i nostri sistemi endocrino, nervoso e immunitario comunicano con la psiche: se i tuoi pensieri sono sempre sotto stress allora anche il tuo organismo lo diventa.

E tu? Cosa comunichi al tuo organismo? Anzi, come comunichi? Ma andiamo dritti al centro della questione: sei sicuro di comunicarci?

Non è un’interrogazione, ma solo uno spunto di riflessione. Effettivamente, ci hai mai pensato? Non sei mica separato dalla tua mente e la mente è una funzione del tuo organismo e come tale ha bisogno di non soffrire.

Allora quando lo stress non fa male?

Quando ti porta direttamente ad agire in modo costruttivo e produttivo, quando comprendi che dietro il tuo stress c’è della rabbia inespressa o della paura non osservata.

E qui, purtroppo, devo ritornare a quel bambino che sicuramente ha accumulato troppe di questi carichi, anche non suoi sicuramente, e che non è stato in grado di agire a proprio favore.

Questo meccanismo di continuo assorbimento e nessun rilascio ti conduce a produrre continuamente cortisolo (l’ormone dello stress) e a vivere nell’ansia senza riuscire a riposarti.

Uno degli incontri di Harmony Balance® è pensato proprio per aiutarti a ritrovare quella comunicazione ormai persa tra i tuoi pensieri e il tuo organismo, permettendoti di lasciar andare informazioni che non ti servono più, ritrovandoti, ritornando nel presente e nell’ascolto profondo di te stesso.

Ovviamente ti starai chiedendo come, e magari starai pensando che le hai già provate tutte ma che comunque quello continua a non dormire ad avere ansia e paura sei tu, così hai smesso di crederci.

Se sei arrivato fin qui nella lettura del mio articolo allora vai avanti, qualcosa in te sta ancora cercando di cambiare. Qui però non si tratta di credere in qualcosa ma di fare esperienza sulla tua pelle e dentro te stesso attraverso le mie meditazioni guidate e personalizzate che ti condurranno a riconoscere uno stato di benessere interno che avevi dimenticato e che non aveva più spazio perché sovraccaricato da informazioni cronicizzate nei tuoi pensieri e nel tuo corpo.

Cammineremo in quel terreno ancora da te troppo poco esplorato e cosa succederà?

Il tuo organismo tornerà a provare, pensare e sentire sensazioni che da tempo non conosceva più: il perdono, la compassione e l’amore, eliminando così sensi di colpa inutili e nocivi.

In questo momento anche in situazioni potenzialmente rilassanti il tuo sistema psicofisico non è più in grado di riconoscere quando è il momento di abbandonarsi, di mollare le difese di fidarsi ma rimane in uno stato continuo di allerta. Con il mio metodo Harmony Balance® che trae le sue basi anche da uno dei principi della Mindfulness ti permetterai di disinserire il pilota automatico che comanda i tuoi pensieri e il tuo corpo per passare dalla modalità del fare a quella dell’essere.

Ricominciando ad amarti ricominci ad occuparti di quel bambino che era rimasto in un angolo, inascoltato ed incompreso, cambiando così te stesso e di conseguenza la vita intorno a te.

Simona

P.s: puoi trovare qui il libro di Claudia Rainville!